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Che forza Angela Mattevi, la campionessa del mondo

























di Giuseppe Facchini


Angela Mattevi, campionessa del mondo! La forte atleta di Segonzano che gareggia per l’Atletica Valle di Cembra ha conquistato il 15 novembre il titolo mondiale under 20 di corsa in montagna in Argentina, dopo un anno davvero straordinario.

Oltre al titolo individuale ha conquistato anche la medaglia d’oro a squadre con le altre atlete italiane. È bellissimo parlare con Angela, diciannove anni a dicembre, sempre gentile ed educata e allo stesso tempo sicura e determinata.


Angela, prima di tutto parliamo della stagione 2019...

«Dal punto di vista atletico è stato l’anno migliore finora, perché grazie alla convocazione dei mondiali di corsa campestre a marzo in Danimarca che è stata una grande sorpresa visto che non era nei miei piani, poi è andato tutto bene, ho fatto parecchie nazionali come a Oderzo, la mia prima nazionale in pista in Svezia sui 5.000 metri, ho indossato la maglia azzurra in tutte le specialità che mi mancavano. Mi sono riscattata in pista sui 5.000 e 3.000 metri, che mi mancavano per completare la mia fase atletica, la conquista del titolo italiano sui 10 chilometri su strada, seconda agli italiani di cross a Verbania con una bella gara. È andato tutto molto bene e sono soddisfatta».


Come riesci a conciliare specialità diverse come la corsa in montagna, la corsa campestre e le gare su pista?

«La preparazione pista-montagna è un po’ tosta, perché sono diversi gli allenamenti, nella pista ci vuole la velocità di base, in montagna più la resistenza. Invece mi trovo molto bene nella preparazione con la corsa campestre- corsa in montagna che è più o meno simile. Questa estate ho cercato di dedicarmi di più alla pista che alla montagna, perché quando esco a fare i collinari a casa mia, vado quasi sempre in montagna, abitando in un territorio così».


Angela Mattevi con i genitori e Antonio Casagrande (a destra)
Angela Mattevi con i genitori e Antonio Casagrande (a destra)

Parliamo ora della vittoria ai campionati del mondo a Villa La Angostura in Patagonia.

«È stata finora una delle esperienze più belle che ho vissuto in nazionale. Sono partita che mi sentivo molto carica per questa gara, pronta e anche ambiziosa visto che la corsa in montagna mi ha sempre regalato delle grandi soddisfazioni. Ho trovato un ambiente bellissimo, con i miei compagni subito ci siamo conosciuti, accolti, fatto amicizia. Quindi l’ansia è passata in secondo piano ed ero tranquilla e rilassata».


Raccontaci della gara...

«La mattina della gara mi sono svegliata, pioveva e diluviava con vento, ma ho pensato che non ero solo io in quella situazione ma tutti gli atleti e mi sono fatta forza. Era freddo, il giorno prima erano 20 gradi e alla gara erano 6, uno sbalzo forte. Ho cercato di stare rilassata in partenza, per evitare di sprecare energie per niente, la partenza è stata molto secca, non ero subito davanti, ma nel gruppo di testa. Sentivo di avere un po’ più forza nelle gambe, ho provato a sorpassare e mi sono trovata in testa a fare il ritmo e vedevo piano piano che le altre ragazze si staccavano. Da quel momento ho gestito la mia gara, facevo il ritmo che ero in grado di sostenere stando sempre in testa. Il percorso era molto scivoloso, in discesa ho perso qualcosa perché non è il mio forte, gli ultimi due chilometri erano in piano e sono andata in progressione fino al traguardo».


Hai attraversato anche un torrente...

«Il torrente si chiamava Guado, il livello dell’acqua era abbastanza alto, mi arrivava al bacino, non avevo mai provato una gara così, una bellissima esperienza. Mi sentivo bene in gara, carica, piena di energie per affrontarla. Ero concentrata dal primo all’ultimo metro, nonostante il fango, la pioggia, il vento, ho cercato di non pensare al resto».


Quali le emozioni al traguardo?

«Per i primi minuti non riuscivo a rendermi conto, poi piano piano sì. Sono molto emozionata e soddisfatta. Voglio fare un ringraziamento alle mie compagne, sono state bravissime, si sono impegnate, abbiamo collaborato tutte insieme per conquistare l’oro di squadra, altre due erano nella top 10 e hanno regalato punteggio a tutte noi».


Quali sono i tuoi programmi per il 2020?

«Inizio direttamente con le corse campestri, il Campaccio, il 5 Mulini, Villa Lagarina e tutti i cross. In pista vorrei dedicarmi ai 5.000 e al mio primo 10.000 perché mi sento portata per le distanze lunghe. Spero di avere una buona soddisfazione a livello atletico, di avere la possibilità più avanti di entrare in qualche corpo, in ogni caso mi impegnerò sempre per ottenere buoni risultati».


Anche dopo tante vittorie importanti, sei rimasta la ragazza di sempre...

«Io cerco sempre di rimanere con i piedi per terra, non sono una ragazza che si vanta o si da delle arie, non è proprio il mio carattere, mi sento leggermente più considerata a livello atletico, ma cerco sempre di mantenere il mio carattere umile e la determinazione, che c’è sempre».


Sei molto giovane ma sei già un punto di riferimento per i giovani che fanno atletica. Cosa vuoi dire loro?

«L’atletica è fatta di alti e bassi, non sempre va tutto bene come vorresti, io stessa ho avuto diverse brutte esperienze, ma quello che posso consigliare è di prendere le cose brutte e considerarle come una forza per andare avanti più forte, proprio come una rabbia che hai dentro e trasformarla in energia, per essere ancora più forti e determinati».


Per concludere?

«Ringrazio la mia società, il mio allenatore Ivano Pellegrini, la mia famiglia, tutti sullo stesso piano, mi dedicano tempo, mi sostengono e mi aiutano in tutto, lo sponsor Asics, i pochi e buoni amici che mi sostengono sempre. Una settimana dopo ho vinto ad Osimo la gara per qualificarmi agli europei di cross dell’8 dicembre a Lisbona e poi qualche giorno di sosta».

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