Lo scorso fine settimana si è svolto presso le strutture delle Grotte di Oliero, nel comune di Valbrenta, la terza edizione della Scuola di Cittadinanza “Gli Orizzonti della Fondazione Valtes” ideata e voluta da Valtes, la Fondazione della Cassa Rurale Valsugana e Testino. Un fine settimana residenziale, un’opportunità per ritagliarsi del tempo di qualità nell’approfondimento di temi d’attualità, che stanno già impattando la stessa qualità di cittadinanza, declinandola in nuovi paradigmi e schemi.
Il terzo appuntamento della Scuola di Cittadinanza promossa da Fondazione Valtes – denominata “Gli Orizzonti della Fondazione Valtes” – si è appena conclusa con grande soddisfazione sia da parte degli organizzatori che degli stessi partecipanti.
Una trentina di persone prevalentemente del territorio in cui lavora e opera la Fondazione Valtes si sono infatti ritrovate per un fine settimana residenziale presso le strutture delle grotte di Oliero, nel comune di Valbrenta, per vivere un viaggio di tre giorni che ha permesso loro di approfondire il rapporto fra uomo e natura, in un contento di profondi cambiamenti legati sia al cambiamento climatico, la questione più urgente da affrontare, sia a dinamiche in atto che stanno cambiando profondamente il senso di umano e di naturale.
Ad aiutare i partecipanti ad approfondire il tema un autorevole parterre di relatori, sia provenienti dal mondo accademico che da quello delle professioni, oltre che motivatori e testimoni. Un format ormai collaudato dai due precedenti Orizzonte (Orizzonte Digitale e Orizzonte Scienza), che si sono svolti nell’autunno 2023 e nella primavera 2024.
“Orizzonte Natura”, questo il nome dato al terzo appuntamento, ha visto all’inizio i partecipanti approfondire il tema del cambiamento climatico con l’aiuto di Dino Zardi, professore di Fisica dell’Atmosfera all’Università di Trento. Zardi ha fornito non solo dati alla base di scenari globali, nazionali e anche locali, ma anche fornito parecchie sollecitazioni in merito all’impatto di tali scenari sugli ambiti naturali ma anche economici e sociali.
È toccato quindi al professor Simone Pollo, dell’Università di Roma, parlare di come l’essere umano abbia spesso attribuito all’ordine naturale un significato morale, come se natura fosse sinonimo di “buono”, in un viaggio filosofico per riflettere sul nostro rapporto con la natura e comprendere il suo posto nelle nostre scelte individuali e collettive.
Sabato 9 novembre si è aperto con le riflessioni di Marco Aime, fra i più noti antropologi italiani e professore di antropologia culturale dell’Università di Genova, oltre che uno dei più profondi conoscitori, anche per esperienze personali, di una parte di cultura africana. Aime ha portato un apprezzato contributo di come, per leggere le sfide che ci stanno di fronte i paradigmi tradizionali non bastino ormai più, e di come non è sufficiente ragionare "di noi e della natura", ma occorre abbattere ostacoli antichi e ripensare "noi nella natura".
Natura che i partecipanti ad Orizzonte hanno potuto vivere anche in prima persona con la visita alle Grotte di Oliero, un ambiente naturale di rara bellezza che conserva ancora il fascino di tempi passati, in un riuscito e felice connubio fra natura e tecnologia.Nel pomeriggio, è stato il turno di Emanuele Bompan, noto giornalista ambientale e geografo, oltre che direttore della rivista Materia Rinnovabile, approfondire il tema di come le risorse naturali nella loro sempre più limitatezza e scarsità, rappresentino fattori centrali rispetto alla convivenza e ai rapporti sociali fra le persone.
Situazioni di scarsità di risorse, come l’acqua e altri elementi vitali, portano infatti a condizioni di conflittualità sociali, oltre che impattare questioni geopolitiche di straordinaria importanza. Temi che sono sempre più affrontati anche da un mondo sociale ed economico che vede nel movimentismo ambientale un player sempre più influente ed esigente, che inizia ad imporre una certa agenda politica, anche se non ancora forse con la necessaria efficacia. Di questo è stato discusso con l’aiuto della professoressa Louisa Parks, dell’Università di Trento.
Una natura che non sempre comunque si manifesta benigna, come nel racconto “Endurance” sulla storia di Ernest Shakleton, proposta dal formatore e motivatore Luciano Ziarelli come appuntamento serale. Un’opportunità formativa attraverso un workshop che rimarrà a lungo nella memoria e nel cuore dei partecipanti come un’attività esperienziale unica, che ha fornito elementi di conoscenza e approfondimento di alcune delle doti e qualità che un leader deve avere.
La terza giornata è stata dedicata a testimonianze dirette di chi vive un rapporto con la natura in cui la sfida si intreccia con un profondo senso di rispetto. Questo il caso di Lorenzo Barone, viaggiatore ed avventuriero, che da anni percorre migliaia di chilometri in sella alla sua bicicletta per scoprire dove finisce l'orizzonte... scoprendo nei suoi viaggi come la natura non sia uno spazio da conquistare, ma una compagna protettiva e capace rivelare la parte migliore di noi. Viaggi che lo hanno portato ad attraversare l’Africa, a conoscere popoli e culture, a vivere nei posti più freddi al mondo, nel fare esperienza di come le più grandi gioie si rivelino non solo in un tramonto, in un paesaggio mozzafiato, ma ancora di più nell’incontro con le persone, nella creazione di legami e di ponti fra culture diverse.
È stata quindi la volta di Mario Brunello, violoncellista di fama mondiale, portare l’esperienza di chi ha suonato non solo nelle più grandi sale concertistiche del mondo, ma anche nella bellezza del creato con il progetto “I Suoni delle Dolomiti”. Esperienze entrambe profonde, ma diverse. Questa diversità Brunello l’ha condivisa in modo magistrale con il gruppo di partecipanti, anche attraverso l’esibizione di alcuni brani, offrendo precise chiavi di ascolto che hanno permesso di vivere un viaggio nel tempo e nello spazio. Ultimo appuntamento quello con Tamara Lunger, alpinista di fama internazionale soprattutto per le scalate sugli Ottomila in invernale, che ha raccontato con grande umanità e sensibilità le sue recenti avventure, in modo particolare quella sul K2.
“Ospiti di grandissimo spessore – esordisce Stefano Modena, presidente della Fondazione Valtes - non solo per la fama che giustamente li accompagna, ma anche per il grande senso di umanità e di gentilezza, dote non scontata, che hanno manifestato in questi giorni trascorsi con noi. Una formula, quella di questa Scuola di Cittadinanza, che si sta ormai consolidando nel tempo, con la partenrship fondamentale di Fondazione Trentina Alcide Degasperi, Arte Sella e Associazione Agorà. Un grazie anche a SlowCinema, per il supporto sugli ambiti tecnici e logistici; un partner sempre più attivo e importante.
Format che prevede appunto la residenzialità dei partecipanti nel fine settimana: una presenza impegnativa quindi, ma anche generativa di tantissimi incontri, riflessioni, stimoli, approfondimenti altrimenti impossibili da realizzare con questa intensità e questa qualità. Una cifra caratteristica e costitutiva di questa proposta, che vorremmo mantenere anche per i prossimi appuntamenti. Il fatto che abbiamo diversi partecipanti che hanno ormai frequentato più di un Orizzonte ci conferma in questa scelta, avvallata anche dai numerosi attestati di stima e di riconoscenza anche dagli stessi relatori ed ospiti.
Questo Orizzonte lo abbiamo voluto proporre nel Veneto, e in particolare nell’ambiente unico delle Grotte di Oliero: non poteva che essere il luogo ideale dove parlare di natura e del rapporto uomo / natura. Siamo contenti di averlo potuto fare lì, con il supporto importante di tutto l’Ivan Team, che gestisce le strutture e che ringrazio di cuore. Dopo Sella e il Tesino, abbiamo toccato con questa proposta un’altra parte importante del nostro territorio, valorizzandolo e facendolo conoscere. Un obiettivo laterale ma non secondario della nostra proposta. Iniziativa che, dato il successo di queste edizioni, intendiamo riproporre anche per il prossimo anno”.