di GIUSEPPE FACCHINI
La Fondazione Cassa Rurale Alta Valsugana ha iniziato una serie di incontri territoriali con le associazioni dell’Alta Valsugana denominato “Fondazione e comunità per il bene comune”.
I primi incontri, molto partecipati, si sono svolti a Levico Terme, Caldonazzo, Vigolo Vattaro, Viarago e proseguiranno lunedì 27 gennaio a Pergine a Palazzo a Prato ore 20.15, il 29 a Fornace alle scuole, il 30 a Bedollo al Teatro. Gli incontri sono organizzati dalla Fondazione insieme alla Cassa Rurale Alta Valsugana e Cooperazione Futura in sintonia con le amministrazioni comunali e la Comunità di valle.
La Fondazione CR Alta Valsugana è basata sulla collaborazione con il volontariato e le associazioni locali e opera per il bene comune seguendo i princìpi della cooperazione trentina. Rafforzata dalla riforma del Terzo Settore, promuove iniziative sociali e progetti condivisi con le amministrazioni locali, ampliando le attività per raggiungere i propri obiettivi, per offrire servizi culturali, sociali e formativi senza scopi di lucro, in linea con i princìpi della Cassa Rurale. Tra i corsi proposti quelli di lingue, salute e sicurezza, Haccp, Ecoeventi, Workamp, Comunicazione, Gestionale. Il sito web è www.siamocrav.it/iniziative/#iniziative
Il presidente della Fondazione è Giorgio Vergot.
Presidente quali le finalità degli incontri?
«L’obiettivo è quello del collegamento con le associazioni perché negli ultimi anni post covid è stata privilegiata l’assemblea sociale come momento di condivisione, ma sul portale che abbiamo creato di supporto alle associazioni e per le modalità di erogazione dei sostegni finanziari, gli accrediti registrati non sono poi così tanti rispetto al numero delle associazioni presenti sul territorio che sono ben 435 e che effettuavano le richieste qualche anno fa, e quindi serve capire se c’è stata una moria nel mondo delle associazioni o se effettivamente il sistema è così complesso e articolato e ci sono delle difficoltà ad usare i nuovi metodi. In quel caso l’invito ad usarli e al contempo da parte nostra a spiegare come funziona. Anche grazie al nostro aiuto, di imparare in maniera più approfondita le opportunità date dalla Fondazione, i servizi che eroga, il supporto e l’aiuto concreto che diamo anche a livello finanziario nei limiti delle disponibilità, i vari corsi e attività di formazione che sono propri del mondo delle associazioni».
Su quali temi state puntando la vostra attenzione?
«Sullo sfondo c’è la trasformazione sociale in atto che sta avvenendo sotto i nostri occhi, da una parte la digitalizzazione e la comunicazione informatica, che deve diventare uno strumento per agevolare non per ostacolare e di questo occorre esserne consapevoli, e dall’altra che mancheranno delle risorse per una profonda trasformazione e per la denatalità. Serve una grande attenzione anche nel rapporto pubblico- privato per la lettura dei bisogni della collettività. In questo senso agli incontri presentiamo il progetto scolastico che è stato attivato “Io non dipendo” e lo spazio argento della Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol. È fondamentale fare rete e solidarietà ognuno con il proprio apporto. Faccio l’esempio della Banda musicale, che ha l’indole artistica ma nel contempo è in contatto con una serie di persone attive e quindi si riesce a parlare e arrivare alla collettività tramite le associazioni. È inoltre importante valorizzare un progressivo ricambio per dare nuova linfa».
Vi è molta attenzione negli incontri all’andamento demografico...
«Illustriamo i dati complessivi e di ogni singolo comune. Vedere la piramide demografica rovesciata è anche liberatorio per i ragazzi. Ci sono due aspetti che sono assolutamente strategici, nell’arco di 5/6 anni ci saranno tutti i boomer che andranno in pensione, un grandissimo potenziale per il mondo del volontariato; dall’altra parte è liberatorio per i più piccoli che si rendono conto che è impensabile che si possano erogare gli stessi servizi visto che c’è meno della metà delle persone disponibili. Un altro aspetto rilevante è la conciliazione tra tempo libero e tempo lavoro. La qualità del mondo delle associazioni è determinante, così come il loro ruolo di coesione sociale e di partecipazione attiva alla vita civile, è strategico anche per il futuro e per la peculiarità del nostro territorio, una sorta di consapevolezza culturale. Anche l’ultimo pezzo della riforma del terzo settore non sarà certo indolore e quindi occorre prepararsi. La Fondazione è pronta a sostenere e aiutare le associazioni del territorio».