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Ecco perché a Pergine una via è dedicata a san Pietro


La casa dove un tempo sorgeva la chiesetta di san Pietro

Alle pendici del castello di Pergine Valsugana sorgeva, nel tempo passato, l’antica chiesetta di san Pietro, nominata in un documento del 1374.


di LINO BEBER

In un documento del 1409, conservato all’Archivio di Stato di Trento, la chiesa di Valdo, che sia il Montebello che don Tomaso Vigilio Bottea ritenevano di aver localizzato nei pressi dell’antica chiesetta di santa Margherita vicino al convento dei Frati francescani, sembrerebbe invece coincidere con la chiesa di san Pietro sita nelle vicinanze di Zivignago, sulla via che porta al castello nella zona dell’attuale Parco Tre Castagni.

Nel 1245 papa Innocenzo IV con bolla pontificia confermava la cessione della “ecclesiam Sanctorum apostolorum Petri et Bartholomei de Waldo cum ortis, hedificiis et quatto bubulcis terrarum” (chiesa dei Santi apostoli Pietro e Bartolomeo de Waldo con orti, stabili e quattro biolche di terra) al monastero di Santa Maria Coronata da parte del vescovo di Feltre e poi nel 1283 alla milizia della Beata Vergine Maria dei Teutonici o Frati Alemanni di Trento fino al 1543.

Successivamente divenne proprietà della famiglia Guglielmi arrivata dal Tesino a Pergine verso il 1540: tra di loro notai, medici e sacerdoti; una via è a loro dedicata e si trova subito dopo i portici da Piazza Santa Elisabetta fino a Via Tegazzo. Tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 la chiesetta fu restaurata dalla famiglia Guglielmi e dotata di un Beneficio Missario da don Giovanni Battista Guglielmi; il vescovo di Feltre Zurbino Lugo nella sua visita pastorale la consacrò l’1 luglio 1642.

La chiesetta per un lungo periodo fu un eremo custodito da alcuni eremiti, tra i quali il primo e più noto il fiorentino fra Francesco Maria, che dopo essere vissuto parecchi anni in questo luogo a Pergine, il 27 giugno 1677 morì a Trento nell’ospedale della Ca’ di Dio. Altri eremiti furono fra Romedio de Sartori vissuto nel 1700, fra Pietro Trentadue nel 1741 e fra Giovanni Dallapiccola che dal 1767 in poi per oltre 40 anni servì nella parrocchiale di Pergine. Nel 1773 al maso San Pietro esistevano tre case, indicate con i numeri 210 (proprietà del conte Bartolomeo Alberti), 211 (proprietà della famiglia Guglielmi e abitata dall’eremita fra Giuseppe) e 212 (disabitata e proprietà della famiglia Cerra di Pergine).

Lo storico Montebello scrive che nel 1793 vicino alla chiesa si trovava un cimitero "forse in tempo di peste". Nel 1805 Domenico Giambattista Guglielmi offrì la chiesetta al comune di Pergine destinandola ad alloggio per soldati, ma la proposta non fu accettata. L’altare fu venduto alla chiesa di Miola e la chiesetta fu trasformata in casa di abitazione. A ricordo della chiesa c’è una via che la ricorda, Via San Pietro, che inizia da quello che un tempo era chiamato trivio Grandi, dove confluivano le attuali via Cesare Battisti ("Mercatello"), via 3 Novembre (via delle Scuole fino al 1918) e via Tegazzo, che porta all’ingresso di quello che un tempo era l’Ospedale Psichiatrico, costeggia poi tutta la proprietà dove sorgono i vari padiglioni e un tempo raggiungeva Zivignago. Lungo la via correva il canale macinante (grande roggia) e la piccola roggia e c’era una volta il panificio-pastificio Dellai, il lanificio Dalsasso, l’officina del fabbro Magnani, la segheria della famiglia Gasperini che poi diventò di Carlo Moser (podestà di Pergine dal 1909 al 1918) e infine della famiglia Fruet prima di diventare l’ingresso del nuovo ospedale “Villa Rosa” e due molini (Pizzini e Grisenti).

A livello dell’officina del fabbro Magnani partiva un sentiero che raggiungeva le proprietà di San Pietro, il primo maso con la casa colonica e la casa padronale (villa veneta) che fu poi chiamata Tre Castagni e il secondo maso detto San Pietro, dove dal 1985 c’è la sede della Comunità terapeutica Maso San Pietro che ora comprende anche i Tre Castagni.

Un tratto di via San Pietro, dall’incrocio con Via Damiano Chiesa fino alla rotatoria del nuovo ospedale Villa Rosa recentemente ha preso il nome di Via Luigi Senesi (1938-1978) in ricordo del noto pittore e incisore perginese.


Notizie tratte da “Pergine Un viaggio nella sua storia” (1998) di padre Salvatore Piatti (pp.762-763) e da “Pergine Fra storia e cronaca” (2003) p.386 e dall’inserto del giornalino del Comune di Pergine Valsugana - maggio 2019 “Sulle tracce di tre chiese scomparse in Pergine (o forse due)” a cura di Giuliana Campestrin.

Immagini Archivio fotografico Luciano Dellai.




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