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Jessica Peruzzo e il ritorno del lupo





di GIOVANNI FACCHINI


Dopo 4 anni di lavoro, con una laurea in Gestione del territorio e dell'ambiente all'Università di Trento, Jessica Peruzzo (nella foto a lato) co-fondatrice dell'Associazione “Naturalisti vicentini” ha pubblicato il libro "Il ritorno del lupo sulle montagne vicentine. Implicazioni sociali, turistiche ed economiche".

Com’è tornato il lupo sulle montagne vicentine? Quali conseguenze sta comportando sull’ecosistema e sulla vita delle persone? Cosa ne pensano gli allevatori, i turisti, gli operatori economici e gli enti locali? In questo libro, frutto di studi bibliografici, ricerche sul campo e centinaia di interviste, si cerca di dare risposte alle domande sollevate dal ritorno del lupo nelle zone a cavallo tra Veneto e Trentino, un animale tanto amato nelle fiabe quanto temuto da allevatori e malgari.

Ma…quanti lupi ci sono in Veneto? Stimarli non è un lavoro facile, essendo il lupo un animale molto schivo, elusivo e dispersivo.

La naturalista veneta scrive: «Lo scorso anno nel Triveneto erano presenti 21 branchi con più di un centinaio di lupi. Sette di questi dislocati sulle montagne vicentine e di confine con una settantina di esemplari: uno sul Carega di 13 unità, 3 sull'Altopiano di Asiago con 26 esemplari in tutto ed uno sul Grappa con una quindicina di animali. Sulle montagne siamo alla saturazione, mentre è il contrario in pianura, vista la concreta difficoltà dei branchi di stabilirsi e stabilizzarsi a causa della maggiore antropizzazione e della sensibile carenza di boschi, prede e rifugi».

«C'è molta disinformazione ad iniziare dalla falsa reintroduzione del lupo nel nostro territorio per mano dell'uomo – spiega l’autrice – visto che, conoscendo l'ecologia dell'animale, con le ricerche scientifiche e i dati gps, è facile capire che è solo tornato con le sue zampe. Nella fase di dispersione alla ricerca di nuovi territori il lupo percorre 50 chilometri ogni notte. Pensare di arginare il numero con gli abbattimenti, oltre ad essere illegale, è come voler svuotare il mare con un bicchiere. Tornerebbe».

Per quanto riguarda il mondo del turismo, «la presenza non ha alcun impatto, – spiega Jessica Peruzzo - lo hanno dichiarato i turisti intercettati, ma anche gli operatori economici e gli stessi malgari. È necessario dotarsi di protezioni e di cani anti-lupo, oltre ad una corretta informazione naturalistica. Arrivare alla convivenza è necessario e occorre cambiare mentalità. Tutto ciò richiede sicuramente fatica e pazienza, ma così facendo è dimostrato che le predazioni si riducono quasi a zero».





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