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Levico Terme. Gigi Piazzarollo, il pescatore di talenti


Gigi Piazzarollo



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di Paolo Chiesa


Pierluigi Piazzarolo, il popolare Gigi di Levico Terme, festeggia 25 anni di carriera come  allenatore delle squadre giovanili della Società calcistica levicense. Classe 1967, di professione assicuratore, Gigi è stato anche un ottimo calciatore e da un quarto di secolo trasmette ai piccoli calciatori delle giovanili della Società gialloblu quanto ha imparato non solo dal corso allenatori, ma anche dalla sua esperienza diretta di campo e di spogliatoio.


Gigi, cosa significa essere un allenatore delle giovanili?

«Innanzi tutto il piacere di trasmettere ai miei piccoli calciatori quella che per me è l’essenza del giocare a pallone. Vanno bene le vittorie ma il calcio deve essere soprattutto gioia e divertimento all’interno di un bel gruppo affiatato. Per questo io parto sempre da obiettivi minori che possono essere anche quelli di sapersi allacciare le scarpe e di prepararsi da soli la borsa per l'allenamento e la partita». 


Il tuo compito?

«Il mio compito è quello di insegnare educazione sportiva, perché l'educazione tradizionale spetta naturalmente alle famiglie. Con i bambini cerco sempre di avere un buon rapporto anche perché per loro l'allenatore è e deve essere un esempio». 


E con gli arbitri?

«Quando giocavo avevo sempre un rapporto di sfida con gli arbitri anche se ero il capitano, mentre da allenatore ho iniziato con loro una collaborazione anche per evitare pressione ai bambini». 


Quindi senza l’assillo della prestazione e del risultato? «Io dico sempre ai ragazzi che se vincono il merito è loro e che se perdono la colpa è mia. Quando c’è la partita già vige la consuetudine di darsi la mano prima e dopo l'incontro. Io chiedo ai bambini anche di evitare esultanze smodate e piuttosto, prima di uscire dal campo, fare una bella corsa verso il pubblico dove ci sono i loro genitori. Inoltre insegno loro che se ci sono questioni da chiarire con me o con i compagni non lo facciamo nel dopo gara ma che ne riparliamo il martedì successivo quando, se c'è stata della rabbia, è sicuramente sbollita». 


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E com’è il rapporto con i genitori dei piccoli calciatori? «Loro possono essere un aiuto e un supporto anche se in certe partite c’è il rischio che alcuni di loro esagerino nelle esternazioni sia nei confronti dei propri figli che con gli avversari. Io dico sempre loro di incitare sia la propria squadra che quella avversaria cercando di essere meno tifosi». 


Chissà quante persone conosciute in questi 25 anni. «Sì, davvero molte. Vorrei ricordare in particolare Virgilio Medeghini detto Medo, Mister del Levico e dell’Audace che è stato il mio modello di allenatore. Un'altra persona di grande importanza per me è stato Fabrizio Prati, grande attaccante del Levico e mio docente del corso allenatori il quale mi diceva sempre che bisogna scordare il risultato per allenare invece il proprio ego affinché non prenda il sopravvento». 


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Ringraziamenti?

«Vorrei ringraziare l'US Levico per la possibilità che mi ha dato di fare quello che più mi piace senza farmi pressione per arrivare a qualche risultato e anche tutti i ragazzi e genitori che in questi anni mi hanno supportato e sopportato. Ringrazio inoltre tutti i dirigenti e accompagnatori che mi hanno dato una mano in questa lunga avventura: persone che lavorano nell'ombra, ma che sono le colonne portanti di tutte le squadre, forse anche più importanti della guida tecnica. Li ricordo tutti con infinita stima per la loro preziosa collaborazione nella crescita dei ragazzi». 


E la famiglia?

«Ovviamente ringrazio mia moglie Daniela che mi ha sempre sostenuto sia da calciatore che da allenatore e con la quale tra l’altro l’anno scorso ho festeggiato un altro venticinquesimo: quello del nostro matrimonio». 


Congratulazioni a Gigi per questi suoi anniversari e un augurio di proseguire la sua attività di “pescatore di talenti”, usando la felice definizione dell’addetto stampa dell’US Levico Lucio Gerlin che ha compreso così il ruolo di Gigi nella crescita dei piccoli calciatori e la sua altra grande passione, quella della pesca in modalità “Catch & Release” dall’inglese “catturare e rilasciare”.

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Pierluigi Piazzarollo, 25 anni in panchina


Pierluigi Piazzarollo nella sua carriera di calciatore ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Levico dalla categoria Esordienti fino all’Under 19 ricoprendo sempre il ruolo di libero, quello che ora è chiamato più prosaicamente centrale difensivo. In seguito è passato all’Audace di Caldonazzo giocando fino alla Prima Categoria per poi, dopo un anno nell’US Novaledo, tornare per  un’altra stagione all’Audace e dopo l’esperienza nella mitica SCAS (Amatori UISP) di Levico, terminare la carriera di calciatore nella squadra di Calcio a 5 della località termale nella quale si è trasformato in un prolifico attaccante realizzando anche 30 gol in una stagione. Nel 1999 Gigi è stato aiuto allenatore della squadra Giovanissimi dell’US Levico e ha frequentato il corso allenatori su consiglio dell’allora Presidente Cesarino Uez.  Il suo percorso di primo allenatore è iniziato nel 2000 con i Giovanissimi per poi passare nei due anni successivi alla categoria Allievi e nel 2003 alla Juniores. Dall’anno successivo Gigi ha deciso di ripartire ogni anno dai calciatori più giovani cioè i Piccoli Amici per seguirli nei due anni successivi nei Pulcini per poi ripartire nuovamente dai Piccoli Amici. Ben 25 anni di passione e di grandi soddisfazioni con le squadre da lui guidate che hanno partecipato ai tornei di Arco e Bardolino e per tre volte al Pulcino d’oro con alcuni dei suoi piccoli atleti che, diventati grandi, hanno fatto dei bei percorsi giocando anche in prima squadra a Levico o in altre Società.

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