Il dott. Giovanni Maga, virologo pavese direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr, racconta come il Coronavirus abbia stravolto la sua vita familiare nonché di ricercatore e ammonisce tutti circa i pericoli connessi a quella «esigenza spasmodica di sapere cosa succede agli altri, altrove. Forse per non essere costretti a vedere cosa succede a noi, nelle nostre case»
Se il Coronavirus ha stravolto la routine quotidiana dei comuni cittadini, anche chi da sempre si trova in prima linea a combattere contro i virus si è visto scompaginare tutta l’agenda lavorativa e quelle piccole abitudini familiari rimaste immutate per anni.
È questo senz'altro il caso del dott. Giovanni Maga, virologo pavese direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr, che sicuramente nelle settimane scorse avrete visto in qualche trasmissione televisiva, il quale racconta la sua esperienza.
«Generalmente – afferma il dott. Maga – gli scienziati sono esseri metodici. Del resto, senza metodo non c'è scienza. Prendete me. Cascasse il mondo sveglia alle 6.30, caffè è biscotti, barba etc. e alle 7.45 in laboratorio. Generalmente alle 19.00-19.30 a casa. Cena. Libro. Letto. E si ricomincia. Seguo questa routine da 20 anni e mi ci sono costruito un ménage familiare e lavorativo che mi rassicura perché è ordinato, prevedibile e programmabile.
Poi arriva uno strano virus in Cina...
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