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Mamma malata? Allattare è possibile



Ecco una ventata di speranza e fiducia a tutte le mamme che stanno accudendo un neonato, che lo stanno allattando o che sono in attesa del loro bebè e hanno bisogno di un po’ di chiarezza su un argomento piuttosto delicato: l’allattamento quando la mamma è malata.



di SOFIA TURRA

Consulente per l'allattamento, insegnante di Massaggio infantile AIMI

ed educatrice perinatale in formazione


Quante cose sono cambiate in un solo mese. Poche settimane fa, mentre scrivevo l’articolo su bonding e attaccamento, ci trovavamo agli esordi, almeno per il contesto italiano, di quella che l’11 marzo è stata definita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una pandemia.


Tutti noi siamo stati travolti da qualcosa di assolutamente sconosciuto, che fa paura e che non possiamo combattere se non attenendoci alle scrupolose indicazioni che ci vengono fornite dal Governo e dalla comunità scientifica. Quando ho dovuto scegliere l’argomento di questo nuovo articolo, ho pensato a qualcosa che potesse portare una ventata di speranza e fiducia a tutte le mamme che stanno accudendo un neonato, che lo stanno allattando o che sono in attesa del loro bebè e hanno bisogno di un po’ di chiarezza su un argomento piuttosto delicato: l’allattamento quando la mamma è malata. Non parlo solo di COVID-19 (di cui vi riporterò le più aggiornate evidenze scientifiche tra qualche riga), ma di moltissime altre malattie, molto più comuni e conosciute ma che spesso fanno sorgere il dubbio se sia possibile continuare o meno l’allattamento.

Iniziamo subito col dire che nella maggior parte dei casi né la malattia né la sua terapia possono danneggiare il bambino attraverso il latte materno, né tantomeno l’allattamento può nuocere alla madre. Una cosa ben diversa è il caso in cui la mamma non possa fisicamente allattare poiché separata dal bambino, o che stia così tanto male da non provare più il desiderio di farlo. Ma questa è una questione che non tratteremo.


Se la mamma presenta una qualche malattia infettiva (influenza, raffreddore, polmonite, infezione urinaria, diarrea) può continuare ad allattare? La risposta è sì! Tutte queste infezioni non colpiscono né la produzione di latte né la sua composizione, e non si trasmettono al bambino attraverso l’allattamento. Addirittura, dopo pochi giorni possono comparire nel latte proprio gli anticorpi prodotti dall’organismo materno contro la malattia, che riescono a proteggere il bambino totalmente o parzialmente. Pertanto, non solo il piccolo può continuare a poppare, ma gli conviene pure farlo!

Assodato che l’allattamento può proseguire senza problemi, quando le infezioni riguardano l’apparato respiratorio potrebbe essere utile per la mamma indossare una mascherina durante le poppate per evitare di respirare troppo vicino al viso del bambino, e adottare un’igiene scrupolosa delle mani, lavandole spesso (soprattutto prima della poppata) e mantenendo le unghie corte e ben pulite. Inoltre, sono da evitare pratiche come baci sul viso e sulle manine, bere dallo stesso bicchiere, usare lo stesso tovagliolo o asciugamano per il viso, mettere in bocca ciucchi, tettarelle o cucchiaini dei nostri cuccioli. Vedete che si tratta di tante piccole accortezze che non interferiscono minimamente con l’allattamento e che è bene adottare anche nel caso in cui il nostro piccolo sia alimentato artificialmente, cioè con latte formulato.


MA VENIAMO ALLA MALATTIA DEL MOMENTO, quella che sta mettendo a durissima prova il nostro sistema sanitario e quello di tutti i Paesi colpiti: il COVID-19. Così è stata chiamata la malattia provocata dal nuovo Coronavirus, denominato SARS-CoV-2, dal Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, l’11 febbraio 2020. Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. Come sappiamo, la via primaria di trasmissione sono le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio tramite la saliva (tossendo e starnutendo), i contatti diretti personali e le mani (toccando con le mani contaminate, cioè non ancora lavate, bocca, naso o occhi).


MA SE UNA MAMMA RISULTA SOSPETTA, probabile o confermata COVID-19, cosa succede all’allattamento? Il 13 marzo 2020, l’OMS ha affermato che i neonati e le neonate da queste mamme dovrebbero essere alimentati secondo gli standard definiti dalle linee guida, ossia venendo attaccati al seno entro un’ora dalla nascita e continuando in maniera esclusiva per almeno sei mesi di vita. Accanto a questo, dovranno essere adottate dalle equipe mediche le misure necessarie per il controllo e la prevenzione dell’infezione, mentre viene raccomandato alle mamme di attuare le misure igieniche che abbiamo già nominato sopra (uso della mascherina, igiene delle mani, pulizia delle superfici). L’OMS sostiene anche che mamme e piccoli dovrebbero essere messi nelle condizioni di rimanere insieme e praticare il contatto pelle-a-pelle e il rooming-in giorno e notte, specie dopo il parto e durante l’avvio dell’allattamento. Nei casi in cui il quadro clinico materno sia tale da impedirle di accudire il neonato e di proseguire l’allattamento diretto al seno, la neomamma dovrebbe essere incoraggiata e sostenuta nella spremitura del colostro prima e del latte poi, che potranno essere somministrati al piccolo in sicurezza dal personale sanitario. Pertanto, tutte le autorità scientifiche cercano di rassicurare mamme e famiglie circa la possibilità di iniziare e proseguire l’allattamento anche in caso di malattia. Ovviamente ogni caso mamma-bambino verrà scrupolosamente valutato dal personale sanitario, ma vale la pena essere fiduciosi e positivi, senza caricarsi di timori che poi nella pratica possono essere affrontati con qualche accortezza e tanto supporto informato.

Ci tengo a sottolineare che tutte le informazioni che ho riportato in questo articolo sono tratte da fonti ufficiali, quali il sito del Ministero della Salute italiano, dell’Istituto Superiore di Sanità e della Società Italiana di Neonatologia. Vi consiglio di affidarvi solo ed esclusivamente a queste fonti per procurarvi le giuste informazioni e non ricorrere ad autodiagnosi.

Spero che questa lettura vi abbia rassicurate almeno un po’ e mando a tutte le mamme e alle loro famiglie un grande abbraccio virtuale!


SOFIA TURRA

Cell. 349 1410191

sofia.turra@aimionline.it

instagram: sofia.turra

facebook: Sofia Turra

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