di LINO BEBER
Nel 2013 Mario Mario, maestro in pensione di Colombare di Sirmione sul lago di Garda, arrivò con la moglie Elinda all'archivio parrocchiale di Pergine alla ricerca delle sue radici perginesi, casualmente lo incontrai e...
Mario Mario, con il nome uguale al cognome, sapeva che la sua bisnonna Rosa Virginia, nata nel Perginese nel 1842, era emigrata giovanissima nella zona di Sirmione per insegnare l’arte dell’allevamento dei bachi da seta.
Il suo era un normale viaggio all’interno dell’impero austro-ungarico, ma dopo la battaglia di San Martino (24 giugno 1859), si ritrovò nel Regno d’Italia.
L’amore risolse i problemi, Rosa Virginia conobbe Giuseppe Salodini della cascina Chierighina e lo sposò; la figlia Angela sposò Ernesto Zamboni, nacque Teresina che sposò Giovanni Mario e nacquero Mario, Marino e Maria con il cognome Mario.
UN INCONTRO A SORPRESA
Mentre in archivio si cercava la nascita di Rosa Bernardi sono occasionalmente arrivato, ho cercato anch’io tra i libroni dei nati senza trovare la bisnonna di Mario.
Ricordavo però che mia suocera Lina Bernardi (1921-2019) mi aveva parlato di una sorella del suo nonno che si era stabilità nella zona del lago di Garda bresciano e ho invitato Mario a venire a casa mia, dove avevo una fotografia delle nozze d’oro del bisnonno di mia suocera avvenute nel 1885.
Con grande sorpresa la stessa fotografia c’era anche a Colombare di Sirmione: nella fotografia ci sono Emmanuele con la moglie Orsola Fedel, che sono i nonni di mia suocera, e Rosa Virginia, la bisnonna di Mario.
In un primo momento ho pensato che la nascita di Rosa Virginia fosse avvenuta a Montagnaga di Piné, mentre ho poi trovato che era nata in località Riposo che faceva allora parte della curazia di Buss. I suoi genitori Bortolameo e Rosa Espen si erano sposati nel 1835 a Montagnaga, dove era nata la primogenita Dominica Fortunata (1838-1911), poi si erano trasferiti in località Riposo dove erano nate le due figlie Rosa Virginia e Maria Maddalena e infine a Brazzaniga dove nacquero Bortolo (1846-1867), Emmanuele (1849-1901), Rosa Maria (1852-1890), Angela Lucia (1856-?) che pure si stabilì a Desenzano sul Garda, Teresa (1859-1933) e Francesco Giovanni (1862-1869).
IL VIAGGIO VERSO L'OHIO
Emmanuele Bernardi nel 1879 sposò Orsola Fedel (1860-1930) e nacquero 14 figli, tra cui i 5 figli maschi sopravvissuti e, capitanati da Emmanuele (1881-1926), prima della prima guerra mondiale emigrarono negli Stati Uniti d’America nell’Ohio a Youngstown: Mansueto (1890-1965), Riccardo (1892-1926), Augusto (1894-?), Fortunato Guido detto Francesco (1896-?).
Mansueto, allo scoppio della Prima guerra mondiale, tornò in Italia per partecipare alla guerra, venendo anche ferito, anche se non gravemente.
Youngstown si trova nella contea di Mahoning nello Stato dell'Ohio. Il nome della città origina da John Young che fu il primo a stabilirsi nella zona nel 1796. All’inizio del XIX secolo furono scoperti giacimenti di carbone e s’insediarono importanti acciaierie. Anche i fratelli Bernardi lavorarono estraendo il carbone, mentre il fratello Augusto creò un supermercato che subì ritorsioni dalla mafia locale che arrivò a incendiarlo.
UN VIAGGIO GALEOTTO
Emmanuele, il più anziano dei fratelli, durante una sua visita in Italia ai genitori, conobbe Rosa Angeli (1882-1962) che nel 1914 era fidanzata di Benedetto Lunelli, coscritto di Emmanuele, con il quale aveva fatto il servizio militare.
La famiglia Angeli era originaria di Valderban e nel 1911 si era trasferita a Masetti per poi arrivare a palazzo Hippoliti come mezzadri.
Benedetto nel 1914 era partito per la guerra e nel 1920 non aveva ancora fatto ritorno; lo si credeva morto o disperso in guerra. La mamma di Emmanuele, che aveva già 39 anni, disse al figlio che era ora che si decidesse a prendere moglie e allora dall’America egli scrisse una lettera a Rosa, che aveva conosciuto al bar di Masetti dove lei aiutava la cugina, chiedendole se volesse partire per l’America e sposarlo.
Rosa, che era ormai convinta che Benedetto fosse morto in guerra, accettò la proposta e nel 1920 con la nave partì per New York in compagnia del futuro cognato Mansueto che da Brazzaniga tornava in America con la moglie Adelina Tessadri.
Sull’isoletta di Castle Garden, che mia suocera chiamava Castel Garda, Rosa ed Emmanuele furono uniti in matrimonio prima di raggiungere l’Ohio, dove a Starline di Youngstown vissero in baracche di legno.
LA NASCITA DI LINA
Il 17 settembre 1921 nacque Lina e, quando la piccola aveva solo 8 giorni, Emmanuele e famiglia si trasferirono con il camion del fratello portando con loro la mucca e il cane nella vicina Pennsylvania, dove il papà lavorò come factotum-giardiniere presso la famiglia di un medico per circa 2 anni ritornando poi a Youngstown dove si costruì una bella casa.
Nel settembre 1924 la famigliola tornò in Italia dopo un viaggio in nave durato 27 giorni, si stabilì a Pissol dove avevano una casa che fu venduta.
All’inizio del 1926 Emmanuele decise che era arrivata l’ora di tornare in America e andò a Venezia ad acquistare i biglietti della nave, ma tornato a Pergine cominciò a star male con febbre il 3 febbraio e dopo qualche giorno fu trasportato d’urgenza con carro trainato da cavallo all’ospedale S.Chiara di Trento dove fu operato d’urgenza alla gola e il 14 febbraio a 44 anni lasciò Rosa vedova e la piccola Lina orfana.
Rosa decise di restare in Italia e fino al 1936 rimase nella casa di Pissol, anche se era già stata venduta, e poi nel 1936 acquistò casa nel centro di Pergine vicino al palazzo Hippoliti.
IL DESTINO FUORVIATO
A questo punto della storia è accaduto un fatto che rivela quanto il destino a volte sia veramente sfortunato o, per dirla con un racconto di Giorgio Fontanari, fuorviato!
Dopo circa 4 mesi dalla morte di Emmanuele, si presentò a palazzo Hippoliti Benedetto Lunelli, tornato dopo 12 anni dalla guerra, chiedendo se c’era ancora la sua bella Rosina. Trovò la moglie di Giovanni Angeli, fratello di Rosa e fu liquidato con una lapidaria risposta: «Rosa si è sposata» senza aggiungere che da qualche mese era rimasta vedova. Benedetto si allontanò e non si seppe più nulla di lui. Rosa, chiamata familiarmente Rosina, visse con la figlia fino al 1948 quando Lina si sposò e andò a vivere a Canale e nel 1962 raggiunse nei pascoli del cielo il suo amato Emmanuele con il quale aveva condiviso per poco tempo la vita.
Notizie fornitemi da mia suocera Lina Bernardi, dalla memoria inossidabile, passata all’altra riva a 98 anni nel 2019, che ricordava l’attraversata dell’Atlantico nel 1924 quando aveva solo 3 anni.