Si terrà dal 18 al 22 settembre la prima edizione del “Memorial Bruno Lunz”, simposio di scultura lignea in ricordo dell’artista perginese a 100 anni dalla sua nascita.
Un evento promosso dal Comune di Pergine Valsugana che ne ha affidato l’organizzazione alla Fondazione “Nodo di Gordio” e grazie alla direzione artistica dello scultore Paolo Vivian.
“Quest’iniziativa – sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Pergine Valsugana Morgan Betti – nasce con l’intento di creare un appuntamento biennale che sia occasione di incontro e confronto per gli artisti del legno, un’arte assolutamente nobile che da secoli “abita” le nostre montagne e che, grazie a questo evento, vogliamo onorare e valorizzare. Il legame quasi viscerale tra il nostro amato territorio e la lavorazione del legno è profondo ed antico”.
Nella rinnovata piazza Serra di Pergine, saranno quattro gli scultori professionisti invitati a realizzare la propria opera su un tronco e su pannelli di cirmolo con uno stimolo creativo dedicato al ricordo della figura di Bruno Lunz: Federico Vanzo di Masi di Cavalese, Ivan Boneccher di Baselga di Piné, Silvano Ferretti di Chatillon in Valle d’Aosta e Roberto Nones di Capriana in Val di Fiemme.
Nel corso dei giorni di intaglio il simposio rimarrà aperto alla cittadinanza e sarà visitato da alcune scolaresche al fine di far conoscere la storia di un grande scultore perginese e di avvicinare i più giovani all’arte della lavorazione del legno.
L’opera vincitrice fra le quattro realizzate nel corso del simposio sarà scelta da una giuria mista formata da tecnici, dai singoli artisti partecipanti e dal voto popolare e sarà premiata dal Comune di Pergine Valsugana durante la cerimonia di chiusura che si terrà domenica 22 settembre alle ore 17.30 in sala Maier durante la quale sarà presentato anche il catalogo delle opere di Bruno Lunz realizzato dal Gruppo Alpini di Castagné.
“Questo Memorial – conclude l’Assessore Betti – è solo l’inizio di un percorso che intende far rivivere la magia dell’arte scultorea e celebrarne i protagonisti, ma soprattutto mantenere viva la memoria di chi, come Bruno Lunz, ha saputo trasformare il legno in arte e l’arte in un patrimonio comune”.
BRUNO LUNZ:
Nato il 4 gennaio 1924, tempi duri, dove la necessità di lavorare sovrastava qualsiasi altro tipo di attività. A soli cinque anni perde il padre e molti trentini emigrano all’estero per trovare un impiego e sfamare la famiglia. Bruno cresce fra stenti e fatiche. La sera ama ascoltare le storie raccontate dai vecchi e da queste trarrà ispirazione per realizzare i molti pannelli che finirà per scolpire una volta diventato grande.
Inizia con lavori facilmente smerciabili come le ceste intrecciate di vimini ed i contenitori in legno. Nel 1951 convola a nozze e avrà tre figli e quando, raggiunti i 40 anni di età, è fra i primi a cimentarsi nella coltivazione dei piccoli frutti.
Con il passare degli anni, però, la scultura in legno prende il sopravvento e Lunz si fa conoscere al pubblico con mostre e opere monumentali. Fra i primi ad esibirsi all’aperto durante feste e manifestazioni, è stato antesignano nel far conoscere questa nobile arte al territorio ed a tutta la comunità.
Famoso per i giganteschi Cristi come quello nella frazione di San Vito, ha aperto la strada a molti altri artisti locali ma non solo.