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Immagine del redattoreil Cinque

Pergine. Ernesto Anderle e le foto che hanno segnato un'epoca


Ernesto Anderle



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di LINO BEBER


La straordinaria vena artistica di Ernesto AnderleRoby il pettirosso” si cimenta questa volta in un libro di quasi 200 pagine scritto da Roberto Vitale, appassionato di fotografia e fondatore delle seguenti pagine: Le foto che hanno segnato un’epoca, I dischi che hanno segnato un’epoca e L’Arte ai tempi dei social network, seguite da 3 milioni di persone, definite con termine inglese follower (seguace, discepolo).

Nel libro sono presentate 43 storie immortalate da altrettante fotografie che Ernesto ha tradotto in altrettanti disegni con la sua magica penna di illustratore.

Il libro inizia con una breve storia della fotografia che vede la luce il 19 agosto 1839, anche se ben 13 anni prima il ricercatore francese Joseph Nicéphore Niépce (1765-1833) era riuscito a creare uno strumento con il quale realizzò il primo scatto fotografico della storia dell’umanità, Vista dalla finestra a Le Gras, opera che consegnò il suo nome alla storia.

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La ragazza afgana

A essere ritratto era il panorama visibile dallo studio del fotografo, con vari tetti e fabbricati edilizi. La qualità dell'immagine è povera con contorni poco nitidi. Il procedimento fu battezzato eliografia, nome derivato dalle parole greche helios (sole) e gráphein (disegnare).

Nel 1827 Niépce visitò Parigi ove conobbe Louis Daguerre (1787-1851) con il quale nel 1829 firmò un contratto decennale per questa invenzione, ma morì 4 anni dopo lasciando il testimone al figlio Isidore che non proseguì nel progetto.

Daguerre diede così il proprio nome all’invenzione, dagherrotipia. Si trattava di una camera oscura dotata di un dorso rimovibile contenente una lastra di rame argentata sottoposta a un trattamento con vapori di iodio e utilizzo del mercurio, sostanza tossica.

Nel 1840 l’inglese William Henry Fox Talbot (1800-1877) brevettò la calotipia (dal greco kalos = bello + typos = stampa) che utilizzava la carta al posto delle lastre.

Nel 1851 iniziò l’uso del collodio umido che offriva la possibilità di riprodurre il negativo.

Nel 1871 iniziò l’utilizzo di lastre di gelatina secca, più economiche.

Nel 1884 lo statunitense George Eastman (1854-1932) inventò gli apparecchi Kodak, la prima macchina fotografica con il rullino al posto della lastra.

Nel 1914 il tedesco Oskar Barnack (1879-1936) costruì la prima fotocamera di piccolo formato e nel 1928 il tedesco Johannes Ostermeier inventò le lampade flash.

Oggi con le macchine fotografiche digitali e lo scatto da un telefonino la poesia della fotografia è andata in pensione!

Tra le 43 fotografie scelte da Vitale e illustrate da Ernesto segnalo la ragazza afghana, il bambino africano e l’avvoltoio alla sue spalle, il bambino di Nagasaki, il soldato giapponese che non credeva alla fine della guerra… e i racconti di storie indimenticabili, alcune drammatiche, rese immortali da uno scatto fotografico.




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